Blogging: come scrivere il post sponsorizzato perfetto

Panorama frequente: hai un blog e qualcuno ti contatta per chiederti di fare un post sponsorizzato.

Immediata felicità e giubilo ma subito dopo arrivano i dubbi.

Se hai un blog scommetto che ti stai riconoscendo perfettamente nello schema…

La prima tornata di dubbi amletici è sugli aspetti strettamente tecnici:

Qual è il compenso giusto per un post sponsorizzato?

E’ normale che mi chiedano un post sponsorizzato mandandomi solo in cambio della merce?

E’ il caso che mi chiedano un post sponsorizzato con link dofollow e, soprattutto, è il caso di accettare?

Subito dopo arrivano quelli relativi agli aspetti pratici:

Come si scrive un post sponsorizzato che sia soddisfacente per l’azienda e utile per i miei lettori?

Posso usare il comunicato stampa?

Meglio una recensione o un post più personale?

É sempre buona norma mostrare il post in anteprima al cliente anche quando non viene richiesto?

É conveniente e professionale sponsorizzare poi l’articolo con una campagna Facebook, anche se non previsto nella retribuzione?

Alcuni di questi dubbi me li hanno suggeriti gli iscritti al gruppo “Blogger per Lavoro con Passione”, altre sono domande che si fanno tutti i blogger amatoriali, spesso anche quelli che macinano corsi (costosissimi) su corsi.

Il motivo è molto semplice, la maggior parte di questi corsi sono tenuti da persone che non sono blogger di professione.

Tu andresti a farti visitare da uno che fa il fruttivendolo e legge di medicina nel tempo libero?

Appunto, neppure io…

Nel blogging dovrebbe essere lo stesso, invece praticamente tutti quelli che insegnano come fare questo mestiere non sono blogger o non sono blogger che guadagnano e fatturano con il blogging.

Per quello consiglio sempre una call come Q&A BLOGGING PER BLOGGER con chi di blogging ci vive.

Tornando al nostro post sponsorizzato perfetto vediamo di fare un po’ di chiarezza.

Il primo dubbio è sempre sul compenso, siccome non esiste un tariffario su cui basarsi ognuno deve riuscire a dare un valore al proprio lavoro, professionale od occasionale che sia.

Purtroppo darsi un valore equo, che non sia nè troppo alto da essere fuori mercato, né troppo basso non è facile e il mio pensiero sul tema è ben spiegato nell’articolo BLOGGER PER LAVORO CON PASSIONE: FORMULA MAGICA PER CALCOLARE IL PREZZO DEI TUOI POST SPONSORIZZATI, dove trovi una formula matematica molto semplice per calcolare il PREZZO BASE da cui partire per i tuoi post sponsorizzati.

Prezzo base significa che se hai dei benefit personali che puoi presentare al cliente (ad esempio una pagina Facebook magari piccolina ma con tantissime interazioni, oppure un account instagram con bei numeri e molto curato, ecc. ecc.) puoi aumentare questa base senza il rischio che ti rispondano picche.

Se invece hai un blog ancora piccolino ed appena nato e senti che devi fare ancora un po’ di gavetta di scrittura per migliorare, parti dalla base e man mano che cresci tu insieme al blog potrai aumentare le tariffe.

Chiedere un prezzo troppo basso è sbagliato, perché le aziende devono sapere che scrivere un post sponsorizzato è un lavoro, anche se è un lavoro occasionale, e va regolarmente retribuito.

Chiedere troppo è altrettanto controproducente, se accettano e poi i risultati sono inferiori a quello che dovrebbero essere e il ritorno per loro è deludente rischi di rovinare il mercato a te e anche a tutti gli altri blogger, grandi o piccoli che siano, perché il cliente si sentirà truffato e penserà che l’influencer marketing è una bolla.

Detto questo può capitare anche a chi lo fa per mestiere di accettare collaborazioni con il solo cambio merce (ad esempio se il prodotto o i prodotti hanno una valore economico o percepito molto alto) e qualche volta anche senza compenso o con un cambio merce di valore minimo, a me capita quando ci sono progetti, senza scopo di lucro o start-up che hanno pochi fondi perché sono all’inizio, che mi piacciono molto e che voglio aiutare a farsi conoscere perché se lo meritano.

Nel corso dell’anno qualche collaborazione pro bono la faccio sempre.

Per evitare penalizzazioni Google ha chiaramente specificato che tutti i link sponsorizzati devono essere contrassegnati come nofollow.

Questa è la teoria, nella pratica spessissimo aziende ed agenzie media chiedono post con link dofollow a fini di indicizzazione SEO per i clienti, anche se gli spieghi “la rava e la fava” sulle linee guida di Google che poi rischia di penalizzare sia te che loro non sentono ragioni.

In questo caso sta a te decidere se accettare oppure no.

Il mio consiglio è, se decidi che ne vale la pena, di vagliare molto bene il link che andrai a inserire.

Il cliente ti può chiedere di visionare il post prima della pubblicazione ed, eventualmente, chiederti delle modifiche, oppure puoi decidere tu di inviarlo anche senza espressa richiesta di pre-approvazione.

Non sembrerai meno professionale se lo fai ma gli eventuali paletti devi concordarli prima.

Se hai poca esperienza ci può stare una pre-approvazione in modo da essere sicura di pubblicare un post che sia gradito al cliente, ma attenta che il successo di un post sponsorizzato è direttamente proporzionale al valore che ha per i tuoi lettori, solo in questo modo verrà percepito come un contenuto fluido e perfettamente integrato nel tessuto del tuo blog e non come una volgare marchetta.

Io che ho oltre 10 anni di esperienza chiarisco bene che non ho problemi ad inviare i post per una lettura preventiva, ma che i miei paletti sulle modifiche eventualmente richieste sono molto stringenti, accetto richieste di modifiche su eventuali spiegazioni tecniche sul prodotto o il servizio, ma non accetto che mi si dica come devo scrivere per i miei lettori per presentare al meglio un prodotto/servizio/azienda, né accetto stravolgimenti del senso dei miei post.

Insieme al blog il tuo valore è la community che ti sei creato come blogger anche sui social, sicuramente ti verranno richiesti dei passaggi del post anche sui social media.

Sulla pagina Facebook ha senso sponsorizzare i post in collaborazione con le aziende, adesso con l’opzione “TAGGA LO SPONSOR” lo sponsor taggato da questo tastino (vedi la foto qui sotto) ha la possibilità di mettere del budget autonomamente sul tuo post.

Tuttavia, secondo me, è meglio comprendere sempre un piccolo budget per la sponsorizzazione direttamente nel compenso che chiedi, senza altri sovrapprezzi, anche solo 5 euro.

Quando comunichi al cliente il compenso che richiedi ricordati di dirglielo comprensivo di questa piccola cifra e specifica che nel prezzo sono compresi i passaggi social (e indica quali) e il piccolo budget per la sponsorizzazione del post che farai tu direttamente, in caso vogliano aggiungere altro budget o te lo pagheranno extra o possono sponsorizzare il post autonomamente, dal loro business manager.

Ovviamente ricordati di taggare SEMPRE gli sponsor su Facebook con quell’apposito tastino e di segnalare ai tuoi lettori che il post è scritto in collaborazione con il cliente.

Non c’è assolutamente niente di male a fare i post sponsorizzati e a dichiararlo.

Se scrivi dei buoni post, con coscienza ed onestà intellettuale, vedrai che i tuoi lettori non avranno nessuna obiezione e ti seguiranno esattamente come prima.

Il comunicato stampa non è stato scritto per i blog, è una cosa nata con la stampa e nasce per i giornalisti.

Noi possiamo usarlo come nota per capire meglio il prodotto o il servizio di cui parleremo, ma subito dopo va eliminato.

Mai copiare un comunicato stampa, neppure riprendendolo con parole nostre.

Il valore di un blog, il motivo per cui le aziende negli ultimi anno cercano di collaborare con questo nuovo format è che non siamo giornalisti.

Giornalismo e blogging sono due professioni profondamente diverse, l’unica cosa che hanno in comune è che per entrambi bisogna scrivere.

I comunicati stampa leggili e cestinali, vai oltre.

Sicuramente li troverai riportati su millemila siti editoriali, cosa che annoia il lettore a morte e può anche penalizzare a livello seo.

Per alcuni tipi di prodotti le recensioni, personali, leali ed approfondite, sono molto amate da chi ci segue.

Però molto dipende da qual è la tua personalità come blogger, segui quella e non puoi sbagliare.

Il problema nasce se la tua personalità non l’hai ancora trovata, in quel caso il rischio è di scrivere articoli freddi, magari grammaticalmente e tecnicamente ineccepibili ma senza cuore.

Sono post che possono anche piacere ai motori di ricerca, magari per qualche chiave particolare ma difficilmente aumenterà la tua community di lettori fedeli ed appassionati e, senza quella, il rischio è che il tuo blog sembri uno dei tanti siti da “toccata e fuga”.

Ricapitolando il post sponsorizzato perfetto non deve avere una lunghezza minima, deve essere ben scritto, grammaticalmente corretto ma soprattutto intriso della tua personalità e utile ed interessante per chi ti segue, deve avere proprio la tua voce, quindi se non hai ancora trovato quel particolare che ti rende unico cercalo finché non l’hai trovato e poi usalo sempre.

Detto questo mi sono accorta che ho superato ampiamente la 1400 parole!

Mi fermo ma se hai ancora domande, a cui non ho dato una risposta qui sopra, scrivimele nei commenti e al più presto provvederò a rispondere ampliando questo post enciclopedico 😀

5 thoughts on “Blogging: come scrivere il post sponsorizzato perfetto

  1. Credo sia sempre difficile scrivere un post sponsorizzato. Personalmente non sono ancora pronta per farlo. Specifico meglio: non sono pronta a scrivere sul mio blog un post sponsorizzato anche se mi piacerebbe poter scrivere su blog / siti web altrui.

    E in testa ho avuto gli stessi pensieri che hai detto tu: farlo – non farlo? Ma quanto mi faccio pagare? Ma soprattutto, come faccio adattare un post sponsorizzato al mio blog ma che soddisfi anche il cliente? Ad esempio, io tratto di turismo e devo dire che non guido (non ho un auto neanche a casa) e i miei viaggi sono tutti fatti con i mezzi pubblici: mi è sembrato fuori luogo accettare una proposta di un post sponsorizzato di un agenzia di noleggio auto!

    Magari più avanti potrò dire di sì, ma al momento, il mio blog me lo sento troppo personale.

  2. Ciao Alessia!

    Grazie per il contributo, anche perché mi sto informando come comportarmi a riguardo! A fine marzo farò un viaggio di piacere (che poi racconterò anche nel mio travel blog, ovviamente): base a Friburgo in Germania, per fare due visite fuori città. Ho scritto ai relativi uffici stampa dell’azienda per il turismo e gentilmente mi hanno offerto dei pass per visitare i musei gratuitamente. Premetto che avrei visitato comunque i vari musei e che ne avrei scritto (indipendentemente dei pass gratuiti o meno) poi sul mio blog: in questo caso come mi comporto? Pensavo di ringraziarli per la loro disponibilità: c’è qualche formula particolare? Su fb metto comunque Tagga lo Sponsor?

  3. Ciao Katja, sugli omaggi secondo me c’è da fare un distinguo, se ti hanno omaggiato il pass per i musei ma la cosa finisce lì (e non hai altri contatti-richieste su come e quando scrivere il post) allora quello è un regalo che hanno fatto a te e basta. Non è necessario dichiararlo, oppure se proprio vuoi esagerare puoi scrivere chiaramente com’è andata.
    Se invece ti hanno contattato loro chiedendoti di andare a visitare i musei e di parlarne (anche senza vicoli particolari) offrendoti i pass allora è una collaborazione, in quel caso puoi inaugurare un tag “collaborazioni” o simili e usare quello 🙂

  4. Ciao di nuovo Katja, finché il blog resta a livello amatoriale (cioè senza partita iva) puoi scegliere tu quando e se accettare post sponsorizzati, volendo puoi anche decidere di non farne mai e tu fai bene a fare solo quello che ti senti, senza forzature.
    Se il blog diventa un lavoro vero per forza di cose bisogna affidarsi proprio ai post sponsorizzati per poter portare avanti il progetto, in realtà in questo senso i post sponsorizzati (quelli fatti bene) sono preziosissimi perchè è grazie a loro che sulla rete si trovano anche blog meravigliosi, però non bisogna scendere a compromessi, questo resta sempre molto importante 🙂

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