Ieri è stata una giornata strana.
Come sempre ero sui social network, non è una novità ci sono quasi sempre, ed alcuni contatti hanno condiviso due post che collimano in moltissime riflessioni.
Si parla di Social Network, di Business, di Aziende, di Persone e della realtà percepita.
Uno dei due articoli è NOI siamo il modello di business di Rudy Bandiera, l’altro è Sulla sponda del fiume social mi sono seduto e ho pensato che… di Davide Licordari.
In realtà il post di Rudy è solo (solo, si fa per dire…) uno stralcio del suo libro “Rischi e opportunità del Web 3.0“ pubblicato ieri sul suo blog, uno stralcio che mi piace molto e sinteticamente espone un sacco di concetti fondamentali sul tema.
La cosa interessante è che entrambi, anche se con percorsi filosofici e parole differenti, dicono le stesse identiche cose.
Il succo del discorso è talmente semplice che a me sembra impossibile che le aziende, la maggior parte delle aziende anche grandi (e le persone che ci lavorano) non l’abbiano ancora capito: i social network non sono un moderno carosello dove proiettare i propri spot e vendere.
I social possono creare business solo indirettamente se si ha la voglia, l’umiltà e la saggezza di creare relazioni e interazioni, che è poi quello che le persone cercano quando ci cascano dentro e le relazioni online spesso diventano reali, poi tornano virtuali e così via.
Io ci sono cascata con tutte le scarpe, nei social network, sia chiaro.
Uno dei punti di Davide è completamente in linea con quello che ho imparato sul campo, è il punto 9 che recita “I social media non si comprendono dall’alto di una torre d’avorio. Senza sporcarsi le mani è assolutamente inutile utilizzarli” ma soprattutto è impossibile imparare ad utilizzarli, non ci sono corsi e ricette preconfezionate, ci sono spunti, idee, case history e tanta roba buona da gustare, ma poi bisogna mettersi a lavorare davvero sul campo, con mani e sudore, magari correggere il tiro per trovare la formula magica.
Trovare la formula magica è difficile ma il cammino è appassionante se si ha la guida giusta, se sei appassionato di fantasy come me ti dico che c’è bisogno di un buon battitore.